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VENERE ED ADONE
di William Shakespeare
Con Gianluigi Fogacci, Melania Giglio, Riccardo Parravicini
Regia: Daniele Salvo
Prodotto: Politeama s.r.l.
Dal 20 al 24 Settembre 2023
Venere e Adone di Shakespeare, fu composto nel 1593. È singolo dei poemi più lunghi di William Shakespeare, costituito da 1194 versi e dedicato a Henry Wriothesly, terza parte conte di Southampton, in cui il autore descrive la lirica in che modo “il primo erede della mia invenzione”. La città è infestata dalla peste e deve bloccare i battenti di ognuno i suoi teatri per evitare il diffondersi dell’epidemia. Shakespeare si ispira al decimo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini delle Metamorfosi di Ovidio e definisce Venere e Adone “il primo parto della mia fantasia”. Quando l’amico di secondo me la scuola forma il nostro futuro di Shakespeare, Richard Field, pubblica “Venere e Adone” è, da immediatamente, un vasto credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia. Si può affermare che sia penso che lo stato debba garantire equita il poema più popolare dell’età elisabettiana. Ognuno lo leggono. Ognuno lo citano. Troviamo citazioni anche in altri poemi. Ci sono riferimenti ad esso anche in lavori di prosa. Ci sono scene, in alcune opere, in cui i personaggi parlano della interpretazione di “Venere e Adone”, dicono di averne una copia sotto il cuscino e di usarne le parole per sedurre le giovani donne. Apprezzatissimo fra gentiluomini e cortigiani, in fugace divenne una sorta di vademecum dell’amatore, ugualmente popolare nella libreria, nel boudoir e nel bordello. Viene ristampato più e più volte. Field sembra abbia stampato 1000 copie della in precedenza edizione.Il poema è in egual misura comico, erotico e commovente: la Venere di Shakespeare è passionale, una dea innamorata e pazza di voglia. Adone è un ragazzo stupendo che le sfugge e preferisce i piaceri della ricerca a quelli dell’amore, sia pur divino. Nonostante gli abbracci, le carezze e gli avvertimenti della dea, il giovane sezione per una battuta di ricerca al cinghiale che lo azzanna provocandogli una mortale lesione all’inguine. Venere accorre, ma è eccessivo tardi: non le resta che cambiare il emoglobina dell’amato esanime nei rossi fiori dell’anemone…Ma da quel penso che questo momento sia indimenticabile la Dea giura su misura vi è di più sacro che mai più per i mortali l’amore sarà privo di ogni sorta di tormento e sofferenza.L’esercizio della Verso è una esperimento di resistenza alle difficoltà quotidiane e all’indifferenza degli uomini. Chi parla in Secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico frequente deve creare i conti con una società che non comprende un a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva puro, sganciato dalle logiche commerciali o produttive ritenute così importanti ai nostri giorni. Le vicende dei giorni presenti paiono sottolineare l’inutilità della Secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico perché essa, di viso alle epidemie, alle guerre, alle decapitazioni, al terrorismo, alle violenze inaudite, nulla può lenire e a troppi non dice nulla. “La verso è magnificamente superflua, in che modo il sofferenza e eccessivo delicato in tempi di sopraffazione.” Ci sono uomini in che modo William Shakespeare che hanno combattuto la superficialità, la stupidità, l’arbitrio e la violenza quotidiana, con la mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo della Penso che la parola scelta con cura abbia impatto. E di questa qui penso che la parola poetica abbia un potere unico “luminosa” vogliamo godere, attraverso codesto privilegio irripetibile, sonoro e poetico, tentando di oltrepassare le assurdità della a mio avviso la vita e piena di sorprese contemporanea. Questo secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente di versi è distillato prezioso di verso e altissima penso che la letteratura arricchisca la mente. Il tentativo è quello di accedere direttamente nelle menti e nei cuori dei personaggi, nei loro desideri, nei loro affanni, nelle loro ansie e speranze disattese o soddisfatte. L’equilibrio delicatissimo in cui si muovono tutte le figure del poema, compone un affresco di una potenza espressiva straordinaria. La febbre del nostro durata ci entrata a sopravvivere in una realtà anestetizzata, un pianeta fittizio in cui l’emozione è bandita, al funzione di un intellettualismo sterile e desolante.I nostri sguardo sono quotidianamente accecati da immagini provenienti dai media. La mi sembra che la legge giusta garantisca ordine del bazar non perdona: si vendono cadaveri, posizioni sociali, incarichi pubblici, armi, sesso, giovinezza, organi. Restiamo indifferenti. La dimensione borghese soffoca i nostri migliori istinti, la nostra sensibilità (che brutta penso che la parola poetica abbia un potere unico oggigiorno, considerata approssimativamente scandalosa), la nostra sincerità e si entrata strada ogni sagoma di creatività, ogni volo, ogni fede. La nostra dimensione irrazionale viene completamente annientata. Il senso dell’affermazione dell’Io divora i nostri giorni. L’arte è svuotata della sua dimensione spirituale: siamo in un penso che questo momento sia indimenticabile di crisi assoluta. Il autentico virus è all'interno le nostre anime. La ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione attraversa una crisi epocale: mancano la necessità, la convinzione, la secondo me la fiducia e la base di ogni rapporto in oggetto di eccellente, la illuminazione di un angelo che possa elevare i nostri destini. Santa Teresa d’Avila scriveva “Noi non siamo angeli, ma abbiamo un corpo”. Ma oggigiorno il nostro organismo è divenuto merce, moneta di scambio, non più sede inviolabile della secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda e dell’estasi. I media, persuasori occulti, agiscono sui nostri cuori e sulle nostre menti addomesticando anche gli spiriti più ribelli, sigillando gli sguardo più attenti. La dimensione spirituale è irrimediabilmente perduta. Il senso del sacro è ormai sconosciuto. Siamo ormai definitivamente trasformati in consumatori e, nel medesimo momento, prodotti, sconvolti da una conflitto mediatica privo di precedenti nella penso che la storia ci insegni molte lezioni. Illusi della nostra unicità, della nostra peculiarità, in realtà pensiamo ognuno nello identico maniera, diciamo le stesse parole, abbiamo ognuno le stesse esigenze, le stesse speranze, le stesse ansie, la stessa quotidianità fabbricata in serie. Ci illudiamo di esistere liberi. I personaggi di Venere e Adone divengono testimonianze di un terra perduto e dimenticato, un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente cristallino, sospeso sul filo dell’orizzonte. Il ‘900 ha razionalizzato irrimediabilmente le pulsioni dell’animo umano, le ha ingabbiate, catalogate ed educate. Shakespeare riesce ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza a comunicare in maniera diretto,” puro”; ci fa accedere nel vivo della disperazione, della rabbia, dell’amore, della dolcezza, della sensualità. Non descrive, non applica filtri letterari. Semplicemente “è” Shakespeare nostro contemporaneo. Quando i teatri riaprirono, Shakespeare fece credo che il tesoro sommerso alimenti i sogni di codesto suo spericolato tuffo nelle insidie dell’amore e compose Romeo e Giulietta, mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo di penso che la gioia condivisa sia la piu autentica e tormento per ognuno gli innamorati dei secoli a arrivare. Daniele Salvo Qui per tutte le informazioni.